Semplici regole per migliorare i tuoi risultati con il contapassi

Indossare un contapassi per registrare la quantità di passi e di movimento che si effettuano ogni giorno è un ottimo modo per incrementare il proprio livello di motivazione. È possibile indossarne uno per tutto il giorno, tutti i giorni, e misurare i propri risultati, oppure scegliere di utilizzarlo solamente quando è il momento di uscire o di fare attività fisica.

A prescindere da quali siano le proprie necessità ed abitudini, vi sono alcune linee guida da seguire durante l’uso di un contapassi e, in generale, delle semplici tecniche che consentono di raggiungere i propri obiettivi di fitness con più efficienza.

Ottenere una misurazione precisa

Per prima cosa, è opportuno scegliere il proprio contapassi in base alle effettive necessità che si hanno, in termini di misurazione e funzionalità.
 Mentre alcuni contapassi si limitano, appunto, a contare i passi effettuati durante la giornata e a presentare un semplice resoconto sul display, altri modelli, più avanzati e costosi, effettuano numerose altre misurazioni, quali la quantità di calorie bruciate, la distanza percorsa e la frequenza cardiaca di chi lo indossa.

Spesso, inoltre, sarà necessario impostare l’ampiezza del nostro passo, così che lo strumento possa misurarne la frequenza con efficienza. 
Uno dei metodi più efficaci per determinare la lunghezza della nostra falcata consiste nel marcare il punto in cui poggia il proprio tallone destro e camminare per 10 passi, marcando nuovamente il punto di arrivo dello stesso piede.

Una volta terminato il tragitto, si potrà ottenere la misura del passo dividendo per 10 la lunghezza totale del percorso. Anche indossare correttamente il contapassi può fare la differenza tra una misurazione esatta e una errata.

Generalmente, è consigliato posizionare il proprio contapassi all’altezza della cintura e in linea con il ginocchio destro. Lo strumento, durante l’utilizzo, dovrà inoltre ruotare verso l’alto e verso il basso. Dei movimenti laterali, al contrario, indicano una misurazione inesatta.

Ogni passo conta

Secondo uno studio effettuato negli Stati Uniti, sarebbe di 10.000 passi la distanza ideale da percorrere ogni giorno camminando, per mantenere un peso sano e fornire abbastanza esercizio all’apparato cardiocircolatorio.

Si potrebbe percorrere tale distanza in una volta e risulterebbe equivalente a circa 8km. 
I medici, tuttavia, suggeriscono che raggiungere questo obiettivo non è impossibile come si può immaginare. Esistono, infatti, alcuni cambiamenti che si possono applicare al proprio stile di vita e alle proprie abitudini, così da aumentare la quantità di passi effettuati in una giornata.

Per esempio, è consigliato utilizzare le scale ogniqualvolta ciò sia possibile, invece di usare scale mobili o ascensori. Anche scegliere un parcheggio più lontano dalla meta, può aiutare a percorrere distanze più lunghe a piedi.

O ancora, camminare lungo le corsie di un supermercato, mentre si fa la spesa, o modificare il tragitto durante una passeggiata con il proprio cane, sono abitudini che influenzano in modo positivo i nostri risultati.

Se passare da una vita sedentaria ad effettuare 10.000 passi in una giornata può sembrare un cambiamento drastico, è certamente indicato cercare di modificare il proprio stile di vita gradualmente, mirando a migliorare del 20% il risultato, ogni settimana.

Differenze tra una centrifuga e un estrattore di succo

Le centrifughe e gli estrattori di succo, chiamati anche masticatori, sono degli elettrodomestici dalle dimensioni ridotte, i quali vengono usati per la preparazione ed estrazione di succhi di frutta e di verdura freschi.

Consentendo di estrarre il succo da una varietà di frutta e verdura molto ampia, risulterà possibile consumare il prodotto di ortaggi che solitamente possono essere consumati solo dopo la cottura.

Centrifughe ed estrattori di succo sono contraddistinti dalle proprie caratteristiche e presentano sostanziali differenze, così come vantaggi e svantaggi specifici.

Vantaggi di una centrifuga

Le centrifughe, come suggerisce il nome, sono elettrodomestici che sfruttano la forza centrifuga, ottenuta grazie alla rotazione ad altissime velocità. Tale processo raggiunge una forza tale da separare il succo di frutta e verdura dalla polpa stessa.

Grazie alla presenza di un filtro a maglie strette e di un contenitore, il succo potrà essere raccolto molto facilmente, senza la preoccupazione di rinvenire scarti di buccia o semi nel prodotto finale.

Uno dei vantaggi delle centrifughe di frutta consiste sicuramente nel fatto che frutta e verdura possono essere introdotte nella macchina, attraverso l’apposita apertura, anche senza essere state sbucciate accuratamente.

Tramite la propria azione, infatti, la centrifuga si occuperà di separare la polpa dal succo, restituendo gli scarti e conservando quest’ultimo. Tale processo richiede, solitamente, circa 2 minuti.

Essendo freschissimo, il succo andrà consumato il prima possibile e si consiglia vivamente di effettuare la pulizia del macchinario immediatamente dopo l’utilizzo.

Estrattori di succo: efficienza a un costo superiore

Mentre una centrifuga sfrutta la rotazione ad alta velocità, gli estrattori di succo traggono vantaggio dalla macinazione di frutta e verdura, tramite la loro lavorazione con movimenti simili a quelli della masticazione.

La struttura e le parti della macchina, infatti, premono e schiacciano lentamente gli ortaggi, fino a separare succo e polpa completamente. 
Nonostante impieghino una quantità di tempo maggiore rispetto alle centrifughe, richiedendo tra i 10 e i 15 minuti, gli estrattori di succo lavorano senza dubbio con efficienza superiore, garantendo una più grande quantità e ricchezza del succo e meno scarti.

Essi, inoltre, risultano essere molto silenziosi, durante il lavoro di estrazione. Uno dei vantaggi offerti dagli estrattori di succo consiste nella loro capacità di estrarre il succo anche da ortaggi e verdure a foglia, come per esempio gli spinaci. Ottenere lo stesso risultato con una centrifuga, infatti, sarebbe impossibile.

Oltre a ciò, la pulizia di un estrattore è più semplice e rapida rispetto a quella di una centrifuga. L’acquisto di un estrattore di succo può sembrare sicuramente la scelta più adeguata, ma è opportuno tenere presente come l’efficienza superiore e l’alta qualità del prodotto non siano sempre a buon prezzo.

Il costo di un estrattore può essere, infatti, molto alto: esso non è quasi mai inferiore ai 150 euro e può raggiungere cifre che superano il migliaio di euro, per le macchine più avanzate.

Come gustare una birra sempre fresca direttamente a casa

Che ci si trovi a casa, in un bar o in un ristorante, un sistema di spillatura della birra è il modo ideale per gustare il gusto pieno e ricco di una birra fresca, direttamente dal fusto.

Possedere uno spillatore di birra nella propria abitazione è un sogno diventato realtà, per ogni vero appassionato di questa bevanda.

Spillatori full-size e da tavolo

Quando si parla di sistemi di spillatura della birra casalinghi, è opportuno distinguere tra i diversi tipi di prodotto che sono disponibili sul mercato. 
Il primo tipo di spillatore per birra che possiamo acquistare consiste in un vero e proprio sistema di refrigerazione e distribuzione della birra.

Esso si compone di una parte inferiore, nella quale si conservano e refrigerano i fusti, della dimensione desiderata, e di una parte superiore, esterna, costituita dall’impianto di distribuzione effettivo. In base al modello e alle proprie necessità, esso può presentare uno o due rubinetti.

Solo negli ultimi anni si è assistito alla diffusione di un ulteriore tipo di spillatore di birra, dalle dimensioni più ridotte, ma dall’efficienza pari a quella di un sistema full-size.

Questi spillatori per birra da tavolo sono la scelta ideale nel caso si disponga di una quantità di spazio limitata, ma non si voglia rinunciare al piacere di una birra sempre fresca e dal gusto autentico.

I vantaggi di possedere una spillatrice birra

Avere una spillatrice birra a casa propria offre alcuni vantaggi innegabili. Un sistema di spillatura consente di gustare la birra, così come altre bevande, in modo più autentico.
 La birra in lattina o in bottiglia che si acquista nei negozi è soggetta al processo di pastorizzazione, il quale elimina l’agente lievitante attivo della bevanda.

Pur risultando, per questo, più sicura da bere, essa manca inevitabilmente di sapore e ricchezza, anche a causa del filtraggio e della conservazione sotto pressione. 
La birra alla spina, invece, non è pastorizzata e il componente lievitante rimane attivo.

Per far sì che la bevanda risulti comunque sicura durante la consumazione, è opportuno conservarla e servirla ad una temperatura adeguatamente bassa, solitamente intorno ai 5°C. 
La facilità di utilizzo di uno spillatrice rende la conservazione semplice, ma al tempo stesso efficace.

Inoltre, un sistema di spillatura della birra consente di ridurre i costi, offrendo un prodotto di più alta qualità direttamente nella comodità della propria abitazione.
 La possibilità di utilizzare fusti standard da 5L, a tenuta stagna, elimina lo spreco e la quantità di rifiuti generati dal consumo prolungato di birra in lattina o bottiglia e risulta, nel tempo, una scelta più efficiente, anche dal punto di vista del rispetto per l’ambiente.

Conservazione e manutenzione

Durante l’utilizzo di un sistema di spillatura della birra occorre, infine, considerare due aspetti fondamentali. 
Il primo aspetto riguarda la conservazione della bevanda, la quale dovrà essere “preparata” alla consumazione.

Questo obiettivo può essere raggiunto tramite la regolazione della temperatura della bevanda stessa e, quando possibile, valutando in anticipo la quantità necessaria e il tempo richiesto per la preparazione.

Meno tempo trascorrerà dalla preparazione della birra alla sua consumazione, migliore risulterà la sua qualità. 
Il secondo e ultimo aspetto riguarda, invece, la cura che si pone durante la manutenzione del proprio sistema di spillatura.

È essenziale non sottovalutare, infatti, l’importanza di una macchina funzionante e pulita, in relazione alla qualità del prodotto che potrà offrire.

Ricerca di una sdraietta sicura per il tuo bambino

Quando si ha un bambino molto piccolo, è importante riuscire a tenere sotto controllo ogni suo movimento, in modo da garantirne la sicurezza.

Questo può rivelarsi particolarmente difficile, specialmente quando si è costretti a cambiare stanza o a svolgere attività che richiedono molta attenzione.
 Una sdraietta può essere la soluzione ed è un accessorio che il bambino può utilizzare fin dai primi giorni di vita.

Perchè una sdraietta?

In commercio, si trovano numerosi modelli e ognuno di essi risponde alle necessità e ai movimenti del bambino in modi differenti. In generale, una sdraietta permette di soddisfare il bisogno di movimento del neonato, seguendo i suoi gesti e sostenendo il suo corpo in ogni momento.

Inoltre, la maggior parte delle sdraiette include un gran numero di accessori, i quali garantiscono l’intrattenimento del piccolo. Questo può avvenire attraverso il gioco, oppure semplicemente con l’osservazione di colori, figure, disegni e persino luci.

Aspetti da considerare

Scegliere una sdraietta può rivelarsi complicato, a causa della grande disponibilità di prodotti sul mercato. Per fare la giusta scelta, occorre valutare alcuni semplici aspetti, legati alle proprie esigenze, ma anche a comodità e sicurezza.

Il primo fattore da considerare è la garanzia che la sdraietta non scivoli sui pavimenti lisci, come quelli in legno o con piastrelle. Per questo occorre assicurarsi che essa la sua struttura sia dotata di gommini o cuscinetti in gomma che ne assicurino la stabilità in ogni situazione.

Considerando la quantità di tempo che il bambino passerà sulla sdraietta, è anche opportuno pensare di scegliere un prodotto composto di materiali soffici e morbidi, che non irritino la pelle delicata del neonato.

Inoltre, la sdraietta neonato dovrà essere reclinabile a piacere, in modo che essa si possa adattare alle diverse posizioni che il bambino adotterà durante la crescita. Anche la semplicità d’uso è un fattore determinante e scegliere un modello dotato di sedile e tessuti lavabili, anche in lavatrice, può aiutare a ridurre ulteriormente i tempi di pulizia, quando necessario.

Infine, elementi come la solidità della struttura, la portabilità e dimensioni della sdraietta, l’ampiezza della base sono molto importanti per la scelta di un prodotto affidabile e sicuro.

Garantire la sicurezza del tuo bambino

Oltre a scegliere la giusta sdraietta per il nostro bambino, occorre prestare attenzione a come essa viene utilizzata, in modo da garantire la sicurezza del piccolo. Per esempio, è sempre consigliabile trasportare l’accessorio sostenendone la base e non afferrandone la barra superiore o la cornice, le quali potrebbero staccarsi senza preavviso.

Durante l’utilizzo, è opportuno posizionare la sdraietta in un luogo sicuro e lontano da pericoli, come fonti di calore, sostanze dannose o cavi elettrici.

Nonostante fornisca protezione e intrattenimento per il bambino, infine, si consiglia di monitorare la sdraietta costantemente e, preferibilmente, di posizionarla su una superficie piatta, nella stessa stanza in cui si svolgono le proprie attività.

Migliori esercizi da svolgere su una panca per addominali

La maggior parte delle persone utilizza una panca per addominali limitandosi, appunto, ad esercizi che sfruttano e sviluppano i muscoli addominali del busto. Essi sono senza dubbio un ottimo modo per rafforzare e appiattire la zona addominale del nostro corpo, ma è importante sapere che esistono numerosi altri esercizi che è possibile svolgere utilizzando una panca per addominali.

Grazie ad essi si potranno sviluppare addominali alti e bassi, ma anche i muscoli della schiena. Come spesso è consigliato dagli esperti, svolgere un’ampia varietà di esercizi, invece di concentrarsi su un solo tipo, aiuta a raggiungere risultati migliori.

Crunches addominali

I cosiddetti “crunches” costituiscono uno degli esercizi base dello sviluppo dei muscoli addominali. Essi consistono nel sollevamento del busto tramite il solo uso dei muscoli addominali, partendo da una posizione sdraiata.

Grazie a panche diverse, è possibile variare l’esercizio e renderlo più efficace.
 Utilizzando una panca declinata, per esempio, si possono posizionare e bloccare i piedi sotto i manubri superiori, sfruttando il resto della panca per sostenere il corpo.

Tale esercizio può rivelarsi molto più intenso di altri, ma rappresenta uno dei modi più efficienti per incrementare la forza e la definizione dei muscoli. È importante cercare di non sfruttare il momento del proprio corpo, per completare il movimento. Per sollecitare i muscoli al massimo occorre, infatti, provare ad utilizzare solo gli stessi, senza ricorrere a scorciatoie di alcun tipo.

Per intensificare lo sforzo, infine, è possibile aggiungere un peso, da posizionare e mantenere sul petto durante l’allenamento.

Esercizi alternativi

Come già accennato, esistono molti altri esercizi da svolgere su una panca per addominali che aiutano a sollecitare diversamente gli stessi muscoli o a sfruttare e sviluppare muscoli differenti. Uno di questi consiste nel sollevamento del bacino, invece che del busto.

Durante l’esercizio, occorre sollevare il bacino il più possibile, con le gambe in posizione verticale, e mantenere la postura per qualche secondo. Più in alto verrà spinto il corpo, più alta risulterà la tensione sui muscoli, ma è consigliato non esagerare.

Una variante dello stesso esercizio consiste nel sollevamento delle gambe, oltre che del bacino. Riportare le gambe in posizione iniziale con un movimento lento e graduale, garantisce uno sforzo maggiore, ma controllato, dell’area muscolare. Altri esercizi, invece, prevedono l’uso di attrezzi aggiuntivi, come la palla medica.

Sostenere la palla medica davanti a sé durante gli addominali ed effettuando movimenti laterali sulla panca assicura lo sviluppo dei muscoli obliqui. Pur essendo questo allenamento molto efficace, occorre prestare attenzione.

Usare una palla o un peso troppo pesanti, infatti, può arrecare danni alla parte inferiore della schiena, invece che aiutarci a rafforzare la muscolatura. Per evitare danni e stiramenti, si consiglia sempre di effettuare una sessione di riscaldamento, prima di apprestarsi a svolgere l’allenamento, a prescindere dalla sua intensità.

Ottenere un prato dall’aspetto sano con arieggiatore

Il giardino è parte integrante di tutte le abitazioni che ne possiedono uno ed esso ne incrementa il valore e il prestigio. Ma prendersi cura del proprio prato non è cosa facile e dotarsi di strumenti adatti a svolgere questo delicato compito è fondamentale.

Un arieggiatore per prato può essere una preziosa aggiunta alla propria gamma di attrezzi da giardino, specialmente quando se ne conoscono le effettive capacità e si impara ad usarne uno nel modo corretto.

Come funziona un arieggiatore?

Un arieggiatore, spesso chiamato anche scarificatore, è un attrezzo da giardino disegnato e utilizzato per solcare e attraversare il terreno, aiutando a rimuovere muschio, terriccio essiccato e altri scarti, come residui di erba e piante.

L’azione tagliente dello strumento, alimentata elettricamente o tramite spinta manuale, aiuta a mantenere il terreno aerato, rendendolo più sano, privo di erbacce in eccesso, e, in generale, a prolungarne la durata. Le conseguenze del mancato utilizzo di un arieggiatore possono essere devastanti.

Permettendo a erbacce e muschio di proliferare e di risiedere sulla superficie del prato, è possibile che l’acqua piovana non riesca a penetrare in profondità, dove il terreno ne ha più bisogno. Essa si accumulerà, invece, nella parte superiore, rendendo il prato umido e troppo soffice.

Consigli per l’utilizzo

Sapere cos’è un arieggiatore e come funziona è importante, ma imparare ad utilizzarne uno con efficienza è il modo migliore per ottenere ottimi risultati. Occorre pianificare in anticipo: alcune settimane prima dell’effettivo utilizzo del proprio arieggiatore, è opportuno analizzare il prato e identificare eventuali detriti e scarti.

Prima di tutto è consigliato liberarsi di essi, eliminando, per esempio, il muschio in eccesso con dei prodotti specifici, in modo da prevenire la sua eventuale diffusione in altre parti del giardino.

Una volta sicuri che il muschio non è più vivo, è il momento di tagliare il prato, preferibilmente durante una giornata asciutta. Così facendo, ci si assicura di poter raccogliere tutti gli scarti immediatamente e in una volta sola, prima che possano arrecare alcun danno.

Infine, è possibile utilizzare l’arieggiatore. È opportuno iniziare con un’impostazione di potenza alta e passare sulla superficie del prato un paio di volte. Ad ogni passaggio, si consiglia di ridurre la potenza, specialmente quando si raggiungono gli angoli del giardino.
In modo del tutto opzionale, è possibile decidere di piantare della nuova erba, al termine del processo, in caso il prato appaia rado e non esattamente sano.

Quando arieggiare il prato

Il momento ideale per utilizzare un arieggiatore per prato dipende sicuramente dalla propria collocazione geografica e dalle condizioni meteorologiche.
In generale, però, è interessante sapere che il periodo migliore coincide, spesso, con il momento di massima crescita del manto erboso, il quale avviene durante l’autunno o in primavera inoltrata.

Per quanto riguarda la frequenza, invece, si consiglia di arieggiare il prato una volta all’anno, a meno che esso non appaia in condizioni davvero cattive.
Arieggiare il terreno troppo spesso può incidere sulla salute del manto e delle radici e, perciò, occorre sempre agire con cautela.

Gli movimenti corretti per usare un vogatore

Un vogatore è un attrezzo sportivo che simula il movimento della voga o remata. Esso, a differenza di altri strumenti, richiede che l’utente rimanga seduto, durante l’utilizzo.

Usare un vogatore regolarmente ha molti benefici. Tuttavia, prima di impostare e svolgere un allentamento specifico, è opportuno valutare quali siano le proprie necessità effettive e i propri obiettivi.

Benefici dell’utilizzo di un vogatore

L’allenamento effettuato con un vogatore consente al corpo di svolgere un’attività cardio-vascolare completa. In particolare, esso si concentra sullo sviluppo dei muscoli delle gambe (quadricipiti) e delle braccia, insieme a dorsali e scapole, favorendo un accelerazione del metabolismo e un’azione benefica sull’apparato circolatorio e respiratorio.

Inoltre, non sono da sottovalutare i risultati che si possono ottenere in termini di aumento della resistenza, i quali si traducono, nel tempo, nella capacità di sostenere uno sforzo maggiore e prolungato e nel recupero più rapido dopo l’attività fisica.

Scegliere il giusto allenamento

In base al tipo di risultato che si vuole ottenere, è opportuno modificare ritmo, frequenza, intensità e tecnica dell’allenamento svolto con il vogatore. 
Prima di programmare e svolgere la propria attività, è fortemente consigliato consultare il proprio medico o un esperto, il quale confermerà o meno che gli esercizi che si andranno a svolgere sono adeguati alla propria condizione fisica.

Per un utilizzo generico, volto allo sviluppo e mantenimento della forma, occorre optare per una serie di allenamenti variabili e scanditi da intervalli precisi. In questo caso, incrementare gradualmente la durata e l’intensità del carico di lavoro permette di ottenere risultati ottimali e consente al corpo di migliorare le proprie funzioni anche più avanti nel tempo.

Anche perdere peso può rappresentare uno degli obiettivi principali di chi si allena con un miglior vogatore. 
Con questo scopo in mente, si consiglia di allenarsi almeno una volta al giorno, scegliendo un giorno a settimana per il riposo.

In alternativa, è possibile completare due sessioni più brevi, invece di una più estesa, in modo che il proprio metabolismo venga accelerato per un tempo più prolungato. 
Per bruciare una quantità maggiore di calorie, si può agire in due modi: lavorare più a lungo o incrementare il carico di lavoro per ogni sessione.

Generalmente, è consigliato alternare i due approcci e variare le sessioni di allenamento in intensità e durata. Ciò è utile anche per rendere l’attività più interessante e meno noiosa. In base all’area del corpo che si desidera sviluppare, esistono delle tecniche da adottare per allenarsi in modo corretto.

Per il rafforzamento della schiena, si utilizza la cosiddetta “presa rovesciata”. In questo caso, il remo andrà afferrato con il palmo della mano rivolto verso l’alto. 
Per lo sviluppo dei glutei, invece, è necessario piegare le gambe, avvicinandole al petto, e sollevare i talloni, per favorire lo sforzo. 
L’irrobustimento dei muscoli delle braccia prevede che i remi vengano portati verso il petto e che i gomiti siano mantenuti bassi e lungo il busto.

Infine, è possibile utilizzare un vogatore anche come attrezzo utile alla riabilitazione, in seguito a lesioni di qualsiasi tipo. 
Ovviamente, è opportuno consultare un medico, per accertarsi che l’utilizzo dell’attrezzo possa portare a un miglioramento delle proprie condizioni fisiche e non a ulteriori problematiche.

Consigli per un’asciugatura rapida sullo stendibiancheria

Il clima freddo e, molto spesso, umido, della stagione autunnale può rendere il processo di asciugatura degli indumenti una vera e propria sfida. Mentre alcune persone potrebbero essere tentate di usare un’asciugatrice, è importante considerare come questo elettrodomestico contribuisca notevolmente all’incremento dei consumi e soprattutto, nel tempo, tenda a rovinare i capi più delicati.

Per evitare questi inconveniente e adottare un approccio più naturale, è sufficiente utilizzare uno stendibiancheria, il quale permette di asciugare i propri indumenti in casa.
 Con alcuni piccoli accorgimenti, sarà possibile asciugare i propri vestiti facilmente, velocemente e senza incorrere in alcuna difficoltà.

Quando lavare e dove stendere

Sfruttando le caratteristiche climatiche dell’area in cui abitiamo e le ore di luce che abbiamo a disposizione, è possibile ridurre notevolmente la durata del processo di asciugatura degli indumenti, dopo il lavaggio.

Per esempio, effettuare il lavaggio in lavatrice la mattina assicura che si abbia il resto della giornata a disposizione per far sì che gli abiti si asciughino in tempo. 
Lasciarli asciugare di notte non è del tutto inefficiente, ma è consigliabile sfruttare il calore e la luce del sole, quando possibile.

Posizionare lo stendibiancheria in una zona umida e buia della casa renderà il processo sicuramente più lento. Per questo motivo, è opportuno trovare un’area della propria abitazione che risulti più soleggiata e aerata, vicina a un balcone o una finestra che può essere lasciata aperta. Anche sfruttare le stanze più grandi è importante, poiché l’umidità tende a ristagnare in quelle più piccole.

Disporre gli indumenti nel modo giusto

Nel momento in cui ci si appresta a posizionare gli indumenti bagnati sullo stendibiancheria, occorre prestare attenzione e seguire alcuni preziosi consigli, per ottenere un’asciugatura più rapida ed efficiente.

Innanzitutto è opportuno accertarsi che vi sia abbastanza spazio tra un indumento e l’altro. In mancanza di spazio sufficiente, l’aria non avrà la possibilità di raggiungere tutte le aree umide e bagnate e ciò prolungherà ulteriormente i tempi necessari.

Consentire ai tessuti più spessi, come quelli di jeans e asciugamani, di occupare più spazio, permette di mantenere la giusta distanza tra di essi e di velocizzare il processo di asciugatura.

Inoltre, l’utilizzo di appendiabiti può non solo rendere lo spostamento degli indumenti più comodo, ma anche favorire un’asciugatura priva di grinze e imperfezioni. In questo senso, è possibile usare lo stendibiancheria o scegliere di sfruttare lo spazio circostante, agganciando gli appendiabiti a porte o finestre.

Rotazione degli abiti

Nel caso in cui sia evidente che alcuni degli abiti presenti sullo stendibiancheria si asciughino con difficoltà o emanino un cattivo odore, a causa dell’umidità, è opportuno considerare un cambiamento nella disposizione degli stessi.

Effettuare una “rotazione” della posizione degli indumenti garantisce che tutte le loro superfici vengano a contatto con l’aria e che l’asciugatura risulti più rapida. Quest’ultimo accorgimento non è sempre necessario, ma può rivelarsi determinante in caso non si abbia a disposizione una zona particolarmente esposta a sole e vento.

Metodi e trucchi per risparmiare la batteria del tuo smartphone

Specialmente negli ultimi anni, i produttori globali di smartphone hanno dotato i propri dispositivi di funzioni e specifiche tecnologicamente sempre più avanzate.
 Giocare, ascoltare musica, fotografare, navigare su Internet e persino effettuare lo streaming di video sono attività che i possessori di smartphone svolgono quotidianamente.

Per questo motivo, sia utenti che produttori hanno da sempre espresso notevole interesse per quanto riguarda il miglioramento e prolungamento della vita della batteria dei dispositivi.

Nonostante essa dipenda da numerosi fattori, come le caratteristiche uniche di ogni smartphone e il sistema operativo del quale essi sono dotati, esistono alcuni accorgimenti e trucchi da adottare per prolungarla e migliorare la propria esperienza.

Notifiche e luminosità dello schermo

In attesa che il progresso tecnologico consenta ai nostri smartphone di godere di giorni e giorni di vita, possiamo cercare di risparmiare ore preziose grazie ad alcuni interventi mirati a prolungare la durata della batteria.

Disattivare la funzione di vibrazione del proprio smartphone è un ottimo punto di partenza. Infatti, mentre si può pensare che non richieda una grande quantità di energia, essa consuma più di quanto non faccia una semplice suoneria. Nel momento in cui non risulti necessaria, eliminare o ridurre l’entità della vibrazione può essere determinante.

In base alle condizioni di luminosità nelle quali ci troviamo ad utilizzare il nostro smartphone economico, mantenere un livello di luminosità dello schermo adeguato è forse il modo migliore per conservare la batteria del proprio dispositivo.

Mentre selezionare un’impostazione di luminosità automatica può consentire di regolarne la brillantezza in maniera ideale, ridurre il livello al minimo, mantenendo però la leggibilità dei contenuti, garantisce i migliori risultati.

Un altro metodo per risparmiare sui consumi consiste nello spegnere lo smartphone durante quelle attività che non ce ne consentiranno l’utilizzo, come una riunione di lavoro.
 Nel caso in cui ci si dimentichi facilmente di farlo, invece, possiamo impostare un timer di spegnimento automatico dello schermo più breve, in modo che il telefono si “blocchi” in un tempo minore, senza che venga richiesto un comando manuale.

GPS e connettività

Alcune delle funzioni più avanzate di uno smartphone sono le stesse che possono gravare in modo più pesante sulla durata della batteria. 
Ne è un esempio la funzione di multi-tasking, caratteristica comune a tutti i modelli più recenti, la quale consente di passare facilmente da un’applicazione all’altra, in ogni momento.

La conseguenza negativa di tale funzionalità è, purtroppo, il fatto che la batteria venga consumata anche quando, una volta aperte, le applicazioni non vengono utilizzate. 
Per ovviare a ciò, pertanto, è opportuno chiudere tutte le applicazioni che non risultino necessarie.

Alcune applicazioni consumano più di altre e spesso ciò è dovuto al fatto che esse sfruttano alcune caratteristiche specifiche dello smartphone, come per esempio il GPS, per determinare il posizionamento geografico.
 Per limitare il consumo, è consigliabile disattivare la funzione GPS dello smartphone, così che tali applicazioni non ne richiedano continuamente l’utilizzo.

Allo stesso modo, infine, è opportuno valutare quali siano le proprie necessità, in ogni momento della giornata, in termini di connettività e funzionalità. Quando lo smartphone cerca un segnale Wi-Fi, Bluetooth o 3G/4G, viene consumata energia ed è conveniente, per questo, disattivare tutte le funzioni che sicuramente non verranno sfruttate nell’immediato futuro.

Scaldavivande: un pranzo gustoso ed economico ovunque desideri

Che si tratti del posto di lavoro o della scuola dei propri bambini, utilizzare uno scaldavivande non è semplicemente una scelta di stile.
 Usare regolarmente uno scaldavivande (o lunchbox, all’Inglese) può non solo portarci ad adottare delle abitudini alimentari più sane, ma anche aiutarci a risparmiare e a conservare le proprie pietanze in maniera più efficiente.

Scaldavivande passivi e attivi

Come suggerisce il suo nome inglese, lunchbox, uno scaldavivande si presenta, generalmente, come un contenitore dalla forma simile a quella di una scatola o di una piccola borsa. Al giorno d’oggi, è possibile trovare numerosi modelli sul mercato, i quali rispondono a diverse, specifiche necessità.

In generale, però, esistono due varianti principali di scaldavivande, che si distinguono dal loro diverso metodo di funzionamento. 
Gli scaldavivande passivi sfruttano il calore del cibo stesso e, grazie alla presenza di materiali termoisolanti, mantengono la temperatura delle pietanze, senza l’ausilio di fonti di energia esterne.

Al contrario, gli scaldavivande attivi sono alimentati da una batteria o necessitano di essere collegati alla rete elettrica. Alcuni modelli sono persino dotati di porta USB e consentono l’utilizzo direttamente dalla propria scrivania, pur offrendo prestazioni inferiori.

Essi sfruttano l’energia elettrica per mantenere la temperatura attivamente e, in genere, in modo più efficiente e costante. 
È importante notare come, pur chiamandosi scaldavivande, l’accessorio consenta anche di mantenere i cibi freschi, nel caso sia necessario. Esso potrà, quindi, essere utilizzato anche nel corso delle stagioni più calde.

I vostri ingredienti, a un costo minore

Il vantaggio principale derivante dall’utilizzo di uno scaldavivande consiste nel fatto che non dovremo più accontentarci dei servizi offerti dal posto in cui ci si reca.
 Preparando il pranzo a casa e grazie alla possibilità di conservarlo in modo efficiente nel nostro scaldavivande, non ci si dovrà preoccupare di dover spendere ogni giorno troppo denaro o di dover optare per una varietà limitata di alimenti.

Con pochi euro sarà possibile comporre un pasto comodamente da casa, per poi consumarlo sul luogo di lavoro, a scuola, o ovunque si desideri, conoscendo con precisione la qualità degli ingredienti utilizzati e senza la necessità di dover accettare compromessi.

Caratteristiche importanti

Nel momento in cui ci si appresta a scegliere uno scaldavivande elettrico, vi sono alcuni aspetti fondamentali da considerare che possono rendere migliore e più semplice la nostra esperienza.
Innanzitutto, in base alle proprie esigenze quotidiane, è opportuno valutare quale sia la capacità effettivamente necessaria.

Essa è misurata in litri e rappresenta la quantità di cibo che si avrà la possibilità di preparare e portare con sé.
 Una volta consumato il pranzo, è importante avere la possibilità di effettuare una pulizia completa dello scaldavivande.

Alcuni modelli presentano una suddivisione interna degli scompartimenti e permettono di conservare con più efficienza le nostre pietanze.
 Allo stesso modo, uno scaldavivande dotato di vaschette rimovibili ci permetterà di pulirlo con estrema facilità e risparmiare molto tempo.

Infine, alcuni prodotti sfruttano l’acqua come elemento termoconduttore. Accendendo lo strumento, l’acqua si scalderà e trasferirà il proprio calore alle pietanze. 
I modelli più moderni, invece, sfruttano una varietà di materiali alternativi e, solitamente, più efficienti in termini di termoconducibilità.

Se cerchi un nuovo hobby, la motosega fa per te

Tutti sanno cos’è una motosega, anche chi non ne ha mai vista una dal vivo, ma pochi sanno come è fatto e come funziona questo strumento essenziale per la realizzazione della maggior parte dei lavori di decespugliamento, sramatura e depezzatura.

La motosega non è solo oggetto di culto nei libri e nei film horror, ma è uno strumento oggi utilizzato in tutto il mondo da un esercito di professionisti e non. La prima motosega pesava 58 kg e fu progettata da Emil Lerp nel 1929 per l’utilizzo di due operatori in contemporanea.

Da allora questo ingegnoso attrezzo si è evoluto, fino a divenire un attrezzo di giardinaggio indispensabile da avere in garage accanto a rasaerba e decepuspugliatore.

La motosega: com’è fatta e come funziona

Il corpo centrale di una motosega è costituito da una barra guida che trasmette il movimento dal motore alla catena. La catena è costituita da tante piccole lame, chiamate ‘denti’ che servono a eseguire un taglio alla perfezione.

I motori delle motoseghe possono essere di due tipologie: elettrici o alimentati con una miscela di carburanti e olio. Oggi esistono moltissime tipologie di motosega: a batteria, a scoppio, da potatura, elettrica e per l’acquisto dell’attrezzo si parte da un costo di 78 euro per arrivare a modelli da 200 o 300 euro massimo.

A differenza di altri strumenti per il giardinaggio, la motosega è uno strumento molto delicato e difficile da utilizzare. Per alcune tipologie di attrezzo è richiesto il patentino ufficiale per l’uso della motosega che viene concesso in seguito a una formazione professionale da parti di esperti del settore.

Imparare a usare una motosega

Apprendisti giardinieri, cantonieri, pompieri oppure chi cerca un nuovo hobby può seguire un corso per imparare ad utilizzare questo attrezzo in sicurezza, tutelandosi da incidenti e infortuni. I corsi per l’utilizzo di una motosega prevedono degli approfondimenti su questi argomenti: i dispositivi di protezione individuale da utilizzare.

Le parti costitutive e dispositivi di protezione della motosega; l’avviamento e il rifornimento della motosega; le norme di sicurezza sull’ uso della motosega in attività di depezzatura e sramatura; la depezzatura della legna da ardere (a terra e su cavalletto); il taglio arbusti e piccoli alberi fino a 10 cm di diametro; basi della manutenzione e affilatura della motosega.

Tutte le motoseghe sono dotate di diversi sistemi di sicurezza come il freno catena, che serve a bloccare la catena in caso di blocco incidentale durante il taglio di un materiale poco adeguato, l’impugnatura antivibrante, la sicura per l’acceleratore e il blocco di sicurezza in caso di rottura della catena. La catena è di fatti la parte più delicata e uno dei pezzi di ricambio più acquistati della motosega.

Le motoseghe più rischiose sono quelle portatili normalmente usate per la potatura, che possono essere utilizzate da operatori non professionisti. Il rischio maggiore deriva dal fatto che le motoseghe portatili possono essere impugnate con una sola mano, invece che con due, come previsto nelle linee guida dell’ISPESL per l’utilizzo di motoseghe professionali.

La sicurezza della persona è comunque fondamentale quando si utilizza la motosega, per questo si consiglia l’uso di casco con visiera, cuffia insonorizzante, guanti di protezione, stivali e pantaloni antitaglio.

Uno sguardo al mondo da vicino con il binocolo

Sia che tu sia un appassionato di teatro che un esperto birdwatcher o semplicemente un vicino curioso, il binocolo è lo strumento giusto che fa per te.

Grazie a un sistema di due lenti adiacenti e dei prismi che hanno la funzione di raddrizzare l’immagine, il binocolo ci permette di ingrandire oggetti, animali o persone distanti, regalandoci l’opportunità di scrutare i dettagli e le sfumature impercettibili a occhi nudo da certe distanze.

A differenza del monocolo e del cannocchiale, con il binocolo le immagini sono visualizzabili con entrambi gli occhi. Il cannocchiale offre quindi all’osservatore una visione migliorata, soprattutto nel caso in cui si vogliano seguire oggetti in movimento come aerei o animali in corsa.

I cannocchiali più usati

I binocoli principali sono quelli 10×50. Ma cosa significano questi numeri? Ve lo siete mai chiesto? Si tratta dei parametri principali che definiscono la qualità di un cannocchiale. Il primo numero, in questo caso il 10, rappresenta quello che viene chiamato ‘potere di un binocolo’, ovvero la sua capacità di ingrandire l’immagine come se ci avvicinassimo all’oggetto osservato 1/10 della distanza reale.

Se si scelgono binocoli con un potere di ingrandimento maggiore di 10, si deve acquistare anche una struttura di supporto fissa, come un treppiedi, per supportare il binocolo in fase di utilizzo evitando difficoltà di visualizzazione dovute al tremolio della mano che lo sorregge.

Il secondo numero, 50 in questo caso, rappresenta invece la ‘luminosità’ del binocolo e letteralmente il diametro in millimetri della lente dell’obbiettivo. Questo è un parametro fondamentale che deve essere considerato a seconda dell’esposizione alla luce che hanno i luoghi di osservazione.

Se si è in un teatro al buio o in un bosco all’aperto di notte, è bene che il rapporto tra luminosità e ingrandimento sia superiore. L’indice di luminosità oscilla da un minimo di 3 in un binocolo standard a numeri maggiori di 6, per binocoli professionali.

Il cannocchiale notturno, utilizzato in ambito astronomico o militare, ha di solito infatti un indice di luminosità superiore a quello dei binocoli standard, maggiore di 6.

I binocoli più evoluti

Binocoli più moderni sono strumenti leggeri e versatili, dotati di un sistema ottico avanzato. Possono essere dotati di oculari fissi o removibili, che a seconda del punto di osservazione migliorano l’ingrandimento. Inoltre, grazie al meccanismo di distanziamento degli oculari, tutti possono utilizzare lo strumento adattandolo alla propria forma fisica.

Per chi è appassionato di natura o di astronomia, il cannocchiale è l’oggetto che non può mancare nello zaino per affrontare le avventure outdoor. Se si scelgono i modelli più recenti di binocolo, l’osservazione del cielo non è un problema; alcuni binocoli sono cosi potenti che offrono delle visualizzazioni del manto stellato pari o superiori in qualità rispetto a un telescopio, col vantaggio in più di un’osservazione bioculare.

Di ultimissima generazione è invece il binocolo che offre la possibilità di realizzare una registrazione full HD 3D per catturare i momenti più belli delle tue osservazioni del mondo.