Come gustare una birra sempre fresca direttamente a casa

Che ci si trovi a casa, in un bar o in un ristorante, un sistema di spillatura della birra è il modo ideale per gustare il gusto pieno e ricco di una birra fresca, direttamente dal fusto.

Possedere uno spillatore di birra nella propria abitazione è un sogno diventato realtà, per ogni vero appassionato di questa bevanda.

Spillatori full-size e da tavolo

Quando si parla di sistemi di spillatura della birra casalinghi, è opportuno distinguere tra i diversi tipi di prodotto che sono disponibili sul mercato. 
Il primo tipo di spillatore per birra che possiamo acquistare consiste in un vero e proprio sistema di refrigerazione e distribuzione della birra.

Esso si compone di una parte inferiore, nella quale si conservano e refrigerano i fusti, della dimensione desiderata, e di una parte superiore, esterna, costituita dall’impianto di distribuzione effettivo. In base al modello e alle proprie necessità, esso può presentare uno o due rubinetti.

Solo negli ultimi anni si è assistito alla diffusione di un ulteriore tipo di spillatore di birra, dalle dimensioni più ridotte, ma dall’efficienza pari a quella di un sistema full-size.

Questi spillatori per birra da tavolo sono la scelta ideale nel caso si disponga di una quantità di spazio limitata, ma non si voglia rinunciare al piacere di una birra sempre fresca e dal gusto autentico.

I vantaggi di possedere una spillatrice birra

Avere una spillatrice birra a casa propria offre alcuni vantaggi innegabili. Un sistema di spillatura consente di gustare la birra, così come altre bevande, in modo più autentico.
 La birra in lattina o in bottiglia che si acquista nei negozi è soggetta al processo di pastorizzazione, il quale elimina l’agente lievitante attivo della bevanda.

Pur risultando, per questo, più sicura da bere, essa manca inevitabilmente di sapore e ricchezza, anche a causa del filtraggio e della conservazione sotto pressione. 
La birra alla spina, invece, non è pastorizzata e il componente lievitante rimane attivo.

Per far sì che la bevanda risulti comunque sicura durante la consumazione, è opportuno conservarla e servirla ad una temperatura adeguatamente bassa, solitamente intorno ai 5°C. 
La facilità di utilizzo di uno spillatrice rende la conservazione semplice, ma al tempo stesso efficace.

Inoltre, un sistema di spillatura della birra consente di ridurre i costi, offrendo un prodotto di più alta qualità direttamente nella comodità della propria abitazione.
 La possibilità di utilizzare fusti standard da 5L, a tenuta stagna, elimina lo spreco e la quantità di rifiuti generati dal consumo prolungato di birra in lattina o bottiglia e risulta, nel tempo, una scelta più efficiente, anche dal punto di vista del rispetto per l’ambiente.

Conservazione e manutenzione

Durante l’utilizzo di un sistema di spillatura della birra occorre, infine, considerare due aspetti fondamentali. 
Il primo aspetto riguarda la conservazione della bevanda, la quale dovrà essere “preparata” alla consumazione.

Questo obiettivo può essere raggiunto tramite la regolazione della temperatura della bevanda stessa e, quando possibile, valutando in anticipo la quantità necessaria e il tempo richiesto per la preparazione.

Meno tempo trascorrerà dalla preparazione della birra alla sua consumazione, migliore risulterà la sua qualità. 
Il secondo e ultimo aspetto riguarda, invece, la cura che si pone durante la manutenzione del proprio sistema di spillatura.

È essenziale non sottovalutare, infatti, l’importanza di una macchina funzionante e pulita, in relazione alla qualità del prodotto che potrà offrire.

Metodi e trucchi per risparmiare la batteria del tuo smartphone

Specialmente negli ultimi anni, i produttori globali di smartphone hanno dotato i propri dispositivi di funzioni e specifiche tecnologicamente sempre più avanzate.
 Giocare, ascoltare musica, fotografare, navigare su Internet e persino effettuare lo streaming di video sono attività che i possessori di smartphone svolgono quotidianamente.

Per questo motivo, sia utenti che produttori hanno da sempre espresso notevole interesse per quanto riguarda il miglioramento e prolungamento della vita della batteria dei dispositivi.

Nonostante essa dipenda da numerosi fattori, come le caratteristiche uniche di ogni smartphone e il sistema operativo del quale essi sono dotati, esistono alcuni accorgimenti e trucchi da adottare per prolungarla e migliorare la propria esperienza.

Notifiche e luminosità dello schermo

In attesa che il progresso tecnologico consenta ai nostri smartphone di godere di giorni e giorni di vita, possiamo cercare di risparmiare ore preziose grazie ad alcuni interventi mirati a prolungare la durata della batteria.

Disattivare la funzione di vibrazione del proprio smartphone è un ottimo punto di partenza. Infatti, mentre si può pensare che non richieda una grande quantità di energia, essa consuma più di quanto non faccia una semplice suoneria. Nel momento in cui non risulti necessaria, eliminare o ridurre l’entità della vibrazione può essere determinante.

In base alle condizioni di luminosità nelle quali ci troviamo ad utilizzare il nostro smartphone economico, mantenere un livello di luminosità dello schermo adeguato è forse il modo migliore per conservare la batteria del proprio dispositivo.

Mentre selezionare un’impostazione di luminosità automatica può consentire di regolarne la brillantezza in maniera ideale, ridurre il livello al minimo, mantenendo però la leggibilità dei contenuti, garantisce i migliori risultati.

Un altro metodo per risparmiare sui consumi consiste nello spegnere lo smartphone durante quelle attività che non ce ne consentiranno l’utilizzo, come una riunione di lavoro.
 Nel caso in cui ci si dimentichi facilmente di farlo, invece, possiamo impostare un timer di spegnimento automatico dello schermo più breve, in modo che il telefono si “blocchi” in un tempo minore, senza che venga richiesto un comando manuale.

GPS e connettività

Alcune delle funzioni più avanzate di uno smartphone sono le stesse che possono gravare in modo più pesante sulla durata della batteria. 
Ne è un esempio la funzione di multi-tasking, caratteristica comune a tutti i modelli più recenti, la quale consente di passare facilmente da un’applicazione all’altra, in ogni momento.

La conseguenza negativa di tale funzionalità è, purtroppo, il fatto che la batteria venga consumata anche quando, una volta aperte, le applicazioni non vengono utilizzate. 
Per ovviare a ciò, pertanto, è opportuno chiudere tutte le applicazioni che non risultino necessarie.

Alcune applicazioni consumano più di altre e spesso ciò è dovuto al fatto che esse sfruttano alcune caratteristiche specifiche dello smartphone, come per esempio il GPS, per determinare il posizionamento geografico.
 Per limitare il consumo, è consigliabile disattivare la funzione GPS dello smartphone, così che tali applicazioni non ne richiedano continuamente l’utilizzo.

Allo stesso modo, infine, è opportuno valutare quali siano le proprie necessità, in ogni momento della giornata, in termini di connettività e funzionalità. Quando lo smartphone cerca un segnale Wi-Fi, Bluetooth o 3G/4G, viene consumata energia ed è conveniente, per questo, disattivare tutte le funzioni che sicuramente non verranno sfruttate nell’immediato futuro.

In cosa consiste e come provare con mano la stampa 3D

Sentire parlare di stampa in 3D può far pensare a una rivoluzione nella produzione di materiali ad alta tecnologia o, persino, a un nuovo modo di creare oggetti, che finora abbiamo visto solo nei film di fantascienza.

Mentre ciò risulta vero solo in parte, la stampa in 3D è già possibile. 
Per approfittare delle sue potenzialità, senza spendere un capitale, occorre conoscerne il funzionamento e scoprire quali servizi appositi sono disponibili nella propria area.

Il concetto di base

La stampa 3D, semplicemente, è un metodo usato per creare oggetti solidi, a partire da un modello 3D digitale. Il motivo per cui tale processo si definisce come “stampa” consiste nel fatto che esso funziona in maniera simile a quello della stampa a inchiostro su carta.

Il materiale, solitamente del filamento termoplastico, viene espulso da ugelli manovrabili e steso, strato su strato, fino all’ottenimento del prodotto finito. 
Essendo un processo additivo, gli oggetti sono creati dal basso verso l’alto, con ogni strato “appoggiato” sul precedente.

Mentre si può pensare che questa tecnologia abbia dei costi proibitivi, la stampa in 3D è oggi più diffusa e accessibile che mai ed è sfruttata per uso industriale, ma anche casalingo, per la creazione di oggetti di uso quotidiano, quali componenti, parti di ricambio, accessori o persino composizioni artistiche.

Dove stampare in 3D

Le stampanti 3D non sono fuori portata della gente comune.
 Ovviamente, se si desidera acquistare un modello da poter usare a casa, i costi non sono bassi, con cifre che vanno dai 500 ai 2000 euro, in base alle caratteristiche dello strumento.

Ma acquistare una stampante 3D non è l’unica alternativa per poter testare con mano le possibilità offerte da questa tecnologia. Alcune compagnie specializzate offrono un servizio remoto di stampa 3D, tramite l’invio di un modello digitale o di un semplice concept iniziale.

Il risultato potrà poi essere usato personalmente o addirittura aggiunto a un marketplace, dove è possibile trovare, vendere e acquistare le creazioni degli altri utenti. Se si è interessati alla stampa 3D, inoltre, esiste la possibilità di visitare i cosiddetti hackerspaces, luoghi di aggregazione per appassionati di tecnologia e moderni “artigiani digitali”.

Diffusi su tutto il globo, persino in Italia, gli hackerspaces consentono ai membri di usufruire di tutte le tecnologie a loro disposizione, inclusa la stampa 3D. Ancora, è opportuno visitare le università, le biblioteche e le scuole professionali locali.
 Esse potrebbero essere in possesso di una stampante 3D e consentirne l’utilizzo gratuito o, persino, offrire supporto e aiuto da parte di un esperto del campo.

Compagnie e servizi di stampa

Nel caso in cui ciò non sia possibile, si può sempre ricorrere a uno dei servizi offerti dalle compagnie di stampa 3D professionali. Oltre alla semplice stampa a partire da modelli tridimensionali, queste aziende offrono la creazione di oggetti in un’ampia varietà di materiali, la scultura e incisione tramite laser e una serie di servizi post-produzione, come sabbiatura e limatura del prodotto finale.

Alcune start-up, infine, portano questo concetto all’estremo, proponendo la stampa in 3D di oggetti di ogni forma e dimensione, utilizzando persino materiali commestibili, come il cioccolato.

Neuroscienze e pubblicità: come il consumatore reagisce ai media

Anche a causa dell’aumentata esposizione ai media e ai suoi messaggi, oggi i consumatori si ritrovano ad essere sottoposti ad un grandissimo numero di stimoli. Il nostro cervello reagisce in tempi brevissimi a questi stimoli ed è allora che i nostri pensieri e le nostre idee e opinioni riguardo qualcosa si formano.

Questo processo, basato su concetti di neuroscienza, è ormai applicato anche ad altri campi, in particolare quello del marketing. 
Per riuscire a comprenderlo, sia dal punto di vista dei consumatori che da quello dei comunicatori del marketing, occorre conoscerne le basi e le dinamiche.

Un nuovo modo di concepire la comunicazione

Nel momento in cui siamo sottoposti ad uno stimolo esterno, le prime sensazioni e idee legate a tale stimolo vengono a crearsi nella nostra mente, inconsciamente e ben prima che qualsiasi tipo di opinione possa essere comunicata verbalmente.

Di conseguenza, anche la nostra opinione sul contenuto che visioniamo nascerà in questo istante. Mentre, in passato, l’obiettivo che la pubblicità e il marketing si ponevano era legato alla persuasione del consumatore, influenzando le sue azioni, ora è più che evidente che ciò non risulta più valido. Al contrario, lo scopo della comunicazione diventa quello del coinvolgimento.

In questo modo, le prime ad essere influenzate saranno le emozioni del consumatore. 
Ribaltando il tradizionale assunto per cui la pubblicità debba influenzare il pensiero e le azioni di chi consuma e acquista, ci si ritrova di fronte a uno schema totalmente diverso. 
Grazie ai concetti delle neuroscienze applicati al marketing, ora sappiamo che le emozioni sono le prime ad essere coinvolte nel processo di fruizione di media e pubblicità.

Per questo motivo, si può dire che: inizialmente, il consumatore “sente”, ovvero prova emozioni rispetto a ciò che guarda; in seguito, tali sensazioni, inconsce o meno, portano il consumatore ad effettuare delle azioni (raccolta di informazioni, crescita di interesse, acquisto, ecc.); solo infine, il consumatore pensa, razionalizzando le decisioni prese e chiudendo il ciclo.


Brain imaging e neuroni specchio

Per analizzare nello specifico il modo in cui i soggetti si esprimono e quello che provano durante l’esposizione ai media, è possibile ricorrere anche a tecniche avanzate, come quella del brain imaging.

Tale tecnologia, ancora sperimentale, consente di verificare in tempo reale quali siano le aree cerebrali che effettivamente si attivano durante la fruizione di contenuti mediali. In questo modo, è possibile identificare anche i processi inconsci che hanno luogo, ovvero quelli di cui il soggetto non può avere consapevolezza.

È interessante sapere che, nel corso di queste dinamiche, hanno un ruolo importante i cosiddetti “neuroni specchio”, cioè i neuroni incaricati di farci immedesimare negli altri, nel momento in cui li osserviamo mentre compiono una determinata azione. Essi, inoltre, possono portarci a compiere quella stessa azione.

Tenendo conto dei processi e delle dinamiche che hanno luogo durante l’esposizione a contenuti mediali di diversa natura, è facile comprendere come le neuroscienze siano un’area di studio molto importante, se applicata ad altri ambiti della vita quotidiana, come la pubblicità, la politica e persino l’intrattenimento.